Tracce di digital … sulla carta

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Coerenza e integrazione sono i due principali obiettivi (o miraggi) del fundraiser posti al centro di qualsiasi campagna di stampa personalizzata, soprattutto quando la si immagina a fianco delle tante strategie digital.

Nessuno di noi programma o sogna di sostituire la carta al web nell’eterna lotta della carta vs digital.

Qualche idea però mi pare opportuno spenderla anche per suggerire al lettore (cartaceo) qualche utile aggancio alle sue frequentazioni digital. Pare assurdo infatti immaginare ormai un potenziale donatore che (magari anche in prospettiva) non sia coinvolto, incuriosito, ingaggiato anche da strumenti non cartacei.

La base di partenza tanto utile quanto scontata è mantenere coerente ogni messaggio su tutti i canali e utilizzare gli stessi colori e font del lavoro di progettazione per rafforzare il nostro brand (si, l’ho detto). Qualche utile espediente per costruire una campagna di marketing di stampa personalizzata di successo c’è e mi pare utile ricordarli a me per ricordarli (o suggerirli) ai più.

Inserire le icone di tutti i social utilizzati (costantemente e secondo un vero piano editoriale), l’hashtag di Twitter, la nostra pagina Facebook, l’indirizzo del sito web in tutti i materiali di stampa. Questo permette ai nostri donatori e ai nostri contatti di connettersi alla nostra organizzazione attraverso il loro canale preferito, evitando anche a noi la presunzione di immaginarlo.

Integrare i codici QR sui materiali di stampa e utilizzarli per un approfondimento, un filmato di supporto o l’atterraggio su una landing dedicata, trasporta i nostri lettori direttamente sul sito web o su pagine specifiche. Questi codici consentono di tracciare i lead creati da ogni articolo di marketing stampato, in modo da sapere a quali campagne i nostri lettori/donatori rispondono.

Con la stampa variabile, possiamo utilizzare i dati raccolti tramite un approfondito e dettagliato database per sapere su cosa si sono coinvolti e ingaggiati in precedenza i nostri sostenitori e anche quello che hanno cercato sul sito web. Con queste informazioni, possiamo stampare materiali di marketing personalizzati rivolti direttamente ai segmenti del nostro pubblico di riferimento.

Creare cataloghi personalizzati. È veramente improbabile che i nostri donatori si preoccupino dell’intera gamma dei nostri progetti e delle nostre attività. Quindi, perché spedirgli materiali ingombranti e complessi che potranno solo sfogliare e gettare nella spazzatura? Invece, possiamo creare materiali di approfondimento e followup personalizzati per singoli donatori o gruppi mirati,  che parlano ai loro specifici interessi e bisogni, in base ai dati che abbiamo raccolto in merito alle loro abitudini di navigazione e di donazione.

Se non si desidera creare un intero catalogo personalizzato da inviare per posta (brochure, leaflet o anche i bilanci sociali e di missione), è possibile creare offerte personalizzate da includere con altri invii. Va presa in considerazione la possibilità di creare strumenti specifici per convogliare i donatori al sito web o alla pagina di donazione o di ecommerce solidale, oppure inviare offerte speciali ai nuovi sostenitori che hanno effettuato la loro prima donazione con noi. Quando costoro comprendono che capiamo cosa vogliono e li trattiamo come qualcuno di speciale, non facciamo altro che incrementare la loro fedeltà e il concreto coinvolgimento dei donatori alla nostra mission e al nostro stile di dialogo.

Il donatore è persona delicata. Sono proprio costoro i contatti più sensibili  e ad essere sempre più frustrati da strumenti tipo pubblicità pop-up e banner pubblicitari. Al contrario, quando si investe in materiali personalizzati, si crea per loro un’esperienza unica che può catturare l’attenzione sia dei sostenitori già esistenti che di quelli potenziali.

Come sempre, si vince insieme.

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