Il potere dei NO

Il mondo nonprofit svolge un ruolo cruciale nella società, affrontando questioni sociali, ambientali e umanitarie con passione e dedizione. Uno dei pilastri fondamentali per sostenere il lavoro delle organizzazioni nonprofit è il fundraising, che fornisce i mezzi necessari per realizzare le loro missioni.

Al di là di quello che la vicenda “pandoro gate” ha generato negli ultimi mesi,  mi limito a riflettere sull’autorevolezza del mondo nonprofit e voglio ribadire il ruolo di un fundraising fatto in modo serio, circostanziato e trasparente.

Partendo da esperienze vissute direttamente o da recenti casi di colleghi e organizzazioni, provo ad elencare sei motivi validi per cui potrebbe essere necessario dire “NO” a una donazione, contribuendo a rafforzare l’immagine e la professionalità del Fundraising, degno di essere chiamato tale e con la lettera maiuscola.

  1. Valori e Missione Incompatibili:

Ogni organizzazione ha i suoi valori e una missione specifica, si sa.

Se una donazione proviene da un individuo o un’azienda che ha pratiche o valori incompatibili con quelli dell’organizzazione, è legittimo rifiutarla.

E’ noto che le organizzazioni si siano nel tempo dotate di policy vere e proprie e soprattutto pubbliche, che garantiscono l’evidenza di questo approccio e tengono a distanza automaticamente chi è lontano dai loro valori.

E’ della fine dello scorso anno l’esempio di RNLI, organizzazione anglosassone che si occupa di salvare vite in mare, che ha respinto una donazione ottenuta da un’organizzazione che promuove attività legate alla caccia alla volpe (qui l’articolo dell’Irish Mirror).

Molto più “italiane” le caratteristiche del recente rifiuto anche da parte dell’Ospedale Bambin Gesù di una “quasi” donazione da un’azienda nota per il suo business legato alla difesa e alle tecnologie spese in questa direzione (qui la notizia diffusa da AGI).

  1. Obblighi Futuri Non Sostenibili:

Accettare donazioni che comportano obblighi futuri non sostenibili può mettere a rischio la stabilità finanziaria dell’organizzazione. Ad esempio, se un individuo o un’azienda offre una donazione generosa ma con la richiesta di un particolare obiettivo, lontano da quelli dell’organizzazione, potrebbe non essere realistico accettare tale offerta.

Ad esempio, spesso accade che i testamenti, insieme a cospicue donazioni, contengano richieste inesaudibili, fondate più su un vago desiderio di chi lo scrive, che su un serio confronto con l’organizzazione e con i suoi specifici bisogni di medio lungo periodo.

La relazione qui è la vera chiave che consentirebbe la perfetta sovrapposizione tra i desideri del testatore e gli obiettivi della nonprofit. Tocca incentivarla e costruirla nel tempo per essere realisti e concreti, nel rispetto di ognuno.

  1. Finanziamenti Anonimi Sospetti:

La trasparenza è fondamentale nel mondo nonprofit.

Accettare donazioni anonime o sospette senza una chiara provenienza potrebbe sollevare dubbi sulla legittimità dell’organizzazione e dei suoi finanziamenti.

È importante esercitare la dovuta diligenza per evitare situazioni ambigue.

Non sempre il donatore è noto o si palesa, ma a fronte di donazioni particolarmente significative e di grande entità è opportuno sicuramente approfondire, spesso declinare al fine di non esporsi al rischio di introitare risorse di dubbia provenienza o frutto di non meglio identificate operazioni.

  1. Donazioni Vincolate a Interessi Personali:

Quando una donazione è vincolata a interessi personali o richieste specifiche che potrebbero compromettere l’indipendenza dell’organizzazione, è giustificato rifiutarla. Ad esempio, se un individuo offre una donazione con la condizione che l’organizzazione promuova un particolare candidato politico, questo potrebbe compromettere l’integrità dell’organizzazione stessa.

Negli Stati Uniti il fundraising è il motore delle candidature politiche; anzi, molto spesso il candidato che riesce ad aggregare attorno a sé le risorse più ingenti ha la strada spianata verso l’elezione presidenziale.

Il tutto però è normato, tracciato ed evidente a tutti in modo inattaccabile.

Il fundraising è di fatto uno degli elementi chiave di tutta la campagna presidenziale USA e il recente libro Fundraiser in Chief: Presidents and the Politics of Campaign Cash di Brendan J. Doherty, non solo dimostra il potenziale delle dinamiche di fundraising in operazioni politiche così delicate, ma raccoglie numeri consistenti a supporto e argomenta dettagliatamente come tutto sia regolamentato ad hoc.

  1. Origini Illecite dei Fondi:

È essenziale verificare l’origine dei fondi donati per garantire che non provengano da attività illegali o discutibili. Accettare fondi illeciti potrebbe avere gravi conseguenze legali ed etiche per l’organizzazione e per il board, mettendo in pericolo la sua reputazione e la sua missione o, spesso, la stessa esistenza dell’organizzazione.

Esistono piattaforme e strumenti per verificare il più dettagliatamente possibile l’assetto economico finanziario di aziende ed individui, nel pieno rispetto della privacy ma con un sufficiente grado di profondità e di dettaglio per comprendere se vi siano dubbi sulla provenienza di determinati fondi e, nel caso di donazioni significative, è sempre opportuno farvi ricorso e mettere l’organizzazione al sicuro da possibili “connivenze” con dinamiche equivoche.

  1. Effetti Negativi sulla credibilità

Ed eccoci ai “pandori”.

Accettare donazioni controverse o discutibili può danneggiare la credibilità anche dell’organizzazione agli occhi del pubblico. Se l’accettazione di una donazione mette a rischio la fiducia del pubblico nell’organizzazione o dei clienti di un prodotto cui era legata una particolare operazione benefica (finta), è necessario rifiutarla per mantenere una reputazione solida e costruire relazioni di fiducia a lungo termine, garantendo la trasparenza e la forza del proprio brand, prima che quello degli altri.

Molto spesso il mondo del nonprofit fa fatica a comprendere il valore del proprio brand (esatto, il brand! Proprio come quello di qualsiasi altro prodotto o di una specifica marca).

Il fundraising della nostra organizzazione indossa il brand da noi creato nella comunicazione col pubblico, nella pubblicità e persino nel definire un range della donazione che andremo a richiedere.

E’ necessario assicurarci che il nostro marchio rappresenti con fedeltà e in maniera concreta i valori della nonprofit. (ne ho scritto qui)

Ditelo forte ai board e ai Consigli di amministrazione e direttivi delle organizzazioni nonprofit (prima che ad altri): rifiutare una donazione in determinate circostanze può essere una scelta saggia e necessaria per preservare l’autorevolezza, la trasparenza e la credibilità del settore.

Come sempre, sono le decisioni difficili quelle che dimostrano vero impegno a lavorare in linea con i propri valori e a mantenere un alto standard di professionalità.

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