Vacanza dal Fundraising. Ma non troppo

In attesa di quella vera e lontana, approfitto del periodo per andare anche io un po’ in vacanza (nel senso di vacare, essere libero da …) dalle mie solite tematiche. Ma non troppo.

Il dilatarsi degli impegni e le giornate agostane mi hanno offerto l’opportunità di leggere approfonditamente stamane la versione cartacea del Sole24Ore (in condizioni normali la lettura è più “trasversale”) ed in particolare le prime tra pagine dove è narrata e descritta (qui) nel dettaglio la strana vicenda che vede protagonisti i Ligresti e (qui) il Gotha della finanza Italiana.

Solo a leggere le cifre con cui questa allegra famiglia di Paternò ha spremuto le aziende sotto la loro egida per ingrassare i loro personali conti di famiglia sparsi nei territori più off shore del mondo, viene la pelle d’oca.

Conosco abbastanza i meccanismi e le dinamiche e so che la finanza ragiona su dimensioni lontane dai miei standard, ma so anche che c’è un limite a tutto.

Sentire parlare di crisi, di rigore, di sacrifico richiesto a tutti e leggere di come una intera famiglia, da vent’anni a questa parte abbia prosciugato il patrimonio sul quale aveva messo le mani, fa abbastanza inorridire.

Mi sorgono immediate altre sintetiche riflessioni.

  1. Ma se una intera famiglia si è piccata per anni di appartenere ad una imprenditorialità così proattiva ed i risultati sono ora sotto gli occhi di tutti, probabilmente la loro capacità gestionale ( o di chi loro hanno scelto per gestirla) non è stata altrettanto illuminata.
  2. E se i risultati sono quelli che sono, pur nella consapevolezza che queste aziende siano ora costrette a passare di mano per mantenere complicati equilibri finanziari, correttezza (e dignità) vorrebbero che si evitasse quantomeno di presentare una lista di richieste che annovera, cito: “15 milioni di buonuscita per ciascuno dei membri della famiglia, il posto di lavoro in Svizzera per Paolo Ligresti, le vacanze gratis al Tanka Village in Sardegna, i week-end pagati alla Cascina Casarina, l’ufficio con segretaria e autista per Salvatore Ligresti”

Probabilmente la mia sensibilità non è orientata verso queste tipo di trattative, ma questa lista mi sembra – oltrechè immorale – volgare.

Come se non bastasse, l’allegra famigliola è solita farsi fotografare in fila e tutti a braccetto, come nella migliore tradizione della Banda Bassotti (tant’è …..).

Finisco qui la mia “vacanza”. Domani torno alla lettura trasversale e magari dedico il resto del tempo a spulciare i blog sul nonprofit e sul fundraising. I numeri saranno più piccoli, le dinamiche meno complicate, ma il morale ….. alto.

Divertitevi.

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