Contaminare e contagiare

Bella esperienza, mercoledì e giovedì scorso, quella di tenere un piccolo (nemmeno tanto) Festival del Fundraising Online.

Ho avuto l’opportunità di parlare della startup di Fundraising nelle organizzazioni nonprofit.

La materia è sempre quella e i criteri e gli strumenti non cambiano.

Cambiano però i modi e gli approcci.

Approfondisco qui quello che ho solo accennato in conclusione dell’incontro quando mi sono permesso di suggerire alcune “tips” che riguardano più che altro lo stile che il fundraiser o i team di fundraiser devono possedere oggi.

Sono convinto (da sempre) che il fundraiser non sia una particolare forma impiegatizia, ma sia un ruolo per certi versi privilegiato (deve intercettare trasversalmente tutti gli ambiti dell’organizzazione) e per altri sottostimato (è un po’ di tutto ma di fatto non è nulla).

Oggi è importante partecipare, coinvolgersi ed apprendere non solo per approfondimento, ma soprattutto per propagazione.

Chi sa contaminare e contaminarsi afferra e rielabora i concetti più rapidamente degli altri.

Per tre motivi:

  1. È abituato a sentirsi un principiante, sa mantenere un atteggiamento umile;
  2. deve ripartire da zero sempre di meno, perché travasa tecniche e conoscenze da una disciplina all’altra;
  3. curiosità e la passione lo portano a dedicare molto tempo alla ricerca, a leggere in modo famelico concentrandosi sulla nuova materia.

La passione vera e il coinvolgimento (appassionato) sono nemici della superficialità e un “contaminato” (e il fundraiser lo DEVE essere) trasforma la curiosità in passione.

Insistono nel segnalarci che l’uso degli algoritmi sia perfetto in situazioni dove seguendo delle regole si individua la soluzione. Ma ogni algoritmo rimane fregato se più delle regole contano le eccezioni.

L’habitat dove non esistono regole fisse e la complessità. Ed è lì che chi è predisposto a prendere decisioni in situazioni complesse, risulta vincente.

Per governare una situazione con un alto grado di varietà (quindi complessa), serve qualcuno che disponga di una varietà di approcci uguale o superiore a quel sistema.

I (fundraiser) contaminati dispongono di un’ampia varietà interna, perché vivono esperienze diversificate e sanno osservare un problema da numerosi punti di vista, modificare i linguaggi, moltiplicare gli strumenti.

Intercettare i professionisti di questo tipo o creare un team così “plurale” potrebbe essere la giusta chiave per avviare una startup di fundraising ideale per il periodo che ci aspetta, soprattutto nel mondo del nonprofit e in un contesto di crescente difficoltà.

Approfondire la conoscenza per moltiplicare la coscienza.

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