La guerra al legacy Fundraising

In questi giorni si sono affacciate alla ribalta della grande attualità internazionale del settore Fundraising le  tematiche legate al Legacy FR.

Qualche giorno fa in Australia si è svolta una delle tre più grosse conferenze internazionali sul Fundraising (Australia, Usa e Olanda).

Nella masterclass relativa al legacy (tenuta dal noto Richard Radcliffe) si è “infiltrato” in incognito un giornalista australiano che nei giorni successivi ha strumentalizzato quanto appreso durante la conferenza per indirizzare il suo “J’accuse” a tutto il settore della charities, laddove – secondo lui – blandiscono i loro sostenitori per raggiungere i relativi patrimoni.

Qui (http://www.fia.org.au/) il link con le reazioni e all’interno il link all’articolo di accusa.

Anche il mercato italiano delle ONP sta continuando a dare una significativa spinta alla raccolta fondi attuata attraverso i lasciti testamentari, pur nella consapevolezza che questo tipo di mercato deve ancora avviarsi ad una sua maturità. Proprio per questo chi come noi opera in questo ambito ha l’onere di dare supporto culturale a queste strategie e professionalizzarsi nella ricerca dei lasciti testamentari, per non esporci ad accuse di questo tipo in un mercato – come quello italiano – che è anche ben più immaturo di quello anglosassone, americano ed australiano.

Conosco molto bene Radcliffe è ho seguito parecchi dei suoi seminari in cui, con perfetto “british style”, condisce fondamentali elementi formativi con sagace sarcasmo, dal momento che il tema del patrimonio e delle sua destinazione in caso di morte non è tra i più semplici da trattare anche tra chi lo utilizza come fondamentale strumento di lavoro.

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