Nuove strade per la solidarietà delle star: un dono nel testamento

Non era ancora mai capitato. Ma le vie della solidarietà sono infinite e dalle liti tra i famigliari di Robin Williams – finite in un aula di tribunale a San Francisco – si scopre che l’attore ha deciso di destinare in beneficenza, con un dono nel testamento,  i propri diritti d’immagine considerandoli per la prima volta come un bene materiale insieme alle proprietà immobiliari e al patrimonio in denaro. Nelle ultime volontà della Star di Hollywood viene disposto un lascito a favore di una fondazione creata appositamente, che disporrà dell’uso dei diritti d’immagine dell’attore per i prossimi 25 anni. Come rivela la testata statunitense ‘The Hollywood Reporter’, è come ha riportato anche Repubblica.it si apprende solo ora che Williams ha lasciato in eredità i diritti sul proprio nome, firma, fotografie alla Windfall Foundation, la fondazione creata dai rappresentanti legali dello stesso Williams. Il mandato è molto preciso: destinare gli introiti dei diritti a associazioni benefiche internazionali.

“Ci sembra davvero una bella notizia questa che arriva dagli Stati Uniti. Un attore amatissimo come Robin Williams ha deciso di mettere a disposizione di chi ha più bisogno la propria notorietà, dando valore a un bene immateriale e legato al successo e all’affetto del pubblico come la propria immagine. Una risorsa che così produrrà nel tempo e nel ricordo di Williams aiuti concreti, una nuova strada per la solidarietà’ spiega Rossano Bartoli, portavoce del Network Testamento Solidale, Questi casi eccezionali non ci devono far dimenticare i gesti che la grande maggioranza degli italiani compie donando con i propri testamenti somme contenute, ma fondamentali. I lasciti solidali infatti, anche i più piccoli, che silenziosamente arrivano da persone comuni, danno forza al lavoro delle nostre organizzazioni, impegnate nelle più importanti cause umanitarie, sociali e mediche in Italia”.

I LASCITI IN ITALIA

E’ cresciuto del 10% negli ultimi 10 anni il numero degli italiani che inseriscono il lascito solidale nelle loro ultime volontà. A donare sono soprattutto donne, in oltre il 60% dei casi. E’ quanto rivela un sondaggio sulle tendenze del lascito testamentario in Italia, effettuato su un campione di 700 notai dal Comitato Testamento Solidale, in collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato. Il Comitato promosso da 6 grandi organizzazioni –ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro e Save the Children – a cui oggi aderiscono: Aiuto alla Chiesa che soffre, Amref, Cesvi, Libera, Fondazione Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Telefono Azzurro e Università Campus Bio-Medico di Roma.

Il fenomeno riguarda in larga parte donazioni di medie e piccole entità: in oltre il 50% dei casi, ci dicono i notai italiani, il valore del lascito è sotto i 20 mila euro. Il 25% ammonta a una cifra compresa tra i 20mila e i 50mila euro. Il 18,1% di quanto viene destinato ha un valore economico importante che va dai 50mila ai 100mila euro, e una piccola fetta pari al 8,5% dei lasciti effettuati va oltre i 100mila euro.

Nel nostro paese c’è ancora però tanto da fare per abbattere stereotipi e tabù, secondo un’indagine GFK Eurisko-Testamento Solidale, gli over 55 hanno ancora una bassa propensione al testamento (15,8%), infatti solo l’8% degli italiani over 55 ha già fatto testamento, mentre il 5% è intenzionato a farlo e il 6% è incerto.

LA CAMPAGNA INFORMATIVA

Per diffondere la cultura dei lasciti solidali e rispondere a quanti ancora non sanno a chi rivolgersi le organizzazioni promotrici hanno creato un sito www.testamentosolidale.org e l’omonima guida. Due strumenti che offrono una esaustiva panoramica sul tema del lascito, dalle tipologie di testamento (olografo, pubblico, segreto) alla quota “disponibile” di patrimonio che può essere destinata ad un lascito solidale (una qualsiasi somma di denaro, un bene mobile o immobile, la polizza vita, azioni o titoli d’investimento.

Non è nulla di più di quanto già fanno molte organizzazioni, ma qui l’obiettivo non è quello di “raccogliere” quanto quello di “fare cultura” tutti insieme, una delle rarissime eccezioni in cui il nonprofit si guarda attorno e cerca vicino a sé dei competitor con i quali affrontare una possibilità di sostegno condivisa, parlando la stessa grammatica pur promuovendo cause differenti, ma soprattuto puntando sul senso di responsabilità degli italiani nel non abbandonare il proprio patrimonio senza che possa essere realmente utile per qualcun altro in futuro.

Pensateci.

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