Lezioni di stile: la risposta di ASSIF alla RAI.

Non si è fatta attendere la reazione di ASSIF, l’Associazione che raggruppa i Fundraiser italiani e che tenta da anni di promuovere le tematiche legate alla difficoltosa raccolta di risorse a sostegno delle innumerevoli attività del terzo Settore.

Come si noterà, la pacatezza dei toni, le modalità di argomentare con il sostegno di alcuni dati e non solo per slogan o retorica, la concretezza dei riferimenti ad un operato di cui il tessuto sociale non può fare a meno, contrastano ancor di più con il clima che si è creato nella famigerata trasmissione.

Le stridule voci di chi transita in certi studi televisivi per una vuota e volgare promozione del proprio spot, la superficialità espressa da giornalisti che poco hanno a che fare con il dovere di informare ma si squalificano prestandosi ad una informazione da avanspettacolo o il becero pressapochismo di professionisti d’accatto chiamati al loro minuto di notorietà televisiva a parlare di fiscalità e Onlus non credo che comprenderanno il tenore dello scritto, ritagliando magari qualche minuto per una altrettanto superficiale possibilità di replica.

Al di là del risultato che potrà portare, resta un esempio di stile cui molti dovrebbero conformare il loro modo di pensare e di esprimersi.

Ecco il testo (l’originale sul sito qui)

OGGETTO: Spazio televisivo “Profit a chi” Uno Mattina Estate 16 luglio 2012

Spettabile Redazione,

la vetrina sulla materia del nonprofit che la vostra trasmissione, da anni impegnata in una corretta e proficua attività di informazione al cittadino, ha dedicato lo scorso 16 luglio con un importante spazio televisivo di 24 minuti all’interno del vostro palinsesto, indica l’attenzione e l’interesse che l’argomento ha all’interno dei contenuti redazionali della trasmissione e verso i telespettatori che da sempre vi riconoscono equità e trasparenza nella gestione delle tematiche proposte. 

Abbiamo tuttavia riscontrato che i contenuti e i messaggi profusi sui temi donazioni, fundraising e nonprofit italiano, sono stati gestiti, nell’occasione in oggetto, in modo superficiale e pressapochista, fornendo un’immagine denigratoria del Settore nel suo complesso oltre che fornire dati per molti aspetti inesatti o addirittura errati. 

La confusione tra nonprofit e onlus, tra beneficenza e fundraising, tra donatore e fundraiser, è stata totale.

L’Assif – Associazione Italiana Fundraiser –, citata durante la messa in onda, è impegnata da anni nella promozione e formazione di professionisti nel settore del nonprofit e nella diffusione della cultura e dell’accreditamento del sistema in cui opera. Siamo consapevoli che il Settore nonprofit, e il fundraising nello specifico, nel nostro Paese siano ancora spesso confusi con generiche definizioni di “volontariato” ed “elemosina”. Il nostro lavoro, finalizzato allo sradicare preconcetti ancora duri a morire perché consuetudinari, è quotidiano e professionale. Il tipo di servizio offerto nei minuti concessi al tema da Unomattina non rende giustizia alla passione e all’impegno investiti nel raggiungimento di questo fine. 

Solo qualche numero per farvi capire la portata del ruolo del Terzo Settore in Italia: dire nonprofit significa il 4.3% del PIL (era il 3,3% nel 2001); 500.000 addetti (uno dei pochi settori in crescita in questi anni di crisi creando occupazione per oltre il 70% femminile e a tempo indeterminato); significa circa 4.000.000 di volontari che donano il proprio tempo (per un valore stimato di circa 8 miliardi di euro equivalenti)[1]. 

Soprattutto nonprofit significa milioni di persone e soggetti della nostra comunità civile che trovano, ogni giorno, risposta ai propri bisogni e alle proprie necessità grazie al lavoro  degli operatori e degli enti di settore oltre al supporto di aziende, gestite con principi di Responsabilità Sociale d’Impresa, Fondazioni e Istituzioni.

Le attività di fundraising – che permettono al settore di alimentare, quotidianamente, i fini statutari che le Organizzazioni Nonprofit si sono assunti di fronte alla Comunità Civile prendendo in carico le esigenze del nostro sistema di Welfare – sono studiate, pianificate e gestite secondo strategie e logiche di marketing e comunicazione sociale, normativa e fiscalità vigente e linee guida etiche spesso autoregolamentate proprio in mancanza di una regolamentazione in materia.

Siamo consapevoli e attivi in prima persona nel contrastare, per come ci è possibile, quei pochi “furbetti” che infangano e screditano il lavoro di tanti professionisti e la reputazione di un Settore così prezioso come quello del Privato Sociale, patrimonio di noi tutti cittadini italiani in modo indistinto, e non solo di noi operatori. 

Ci auguriamo pertanto che la Vostra spettabile redazione possa individuare un nuovo momento di dibattito televisivo in cui poter affrontare nuovamente la materia e approfondire con dati, risultati e testimonianze di “buone pratiche” il mondo del nonprofit e permettere in questo modo di fornire, agli attenti telespettatori che ogni giorno vi seguono, informazioni corrette e strumenti per conoscere, valutare e apprezzare il vero volto delle organizzazioni nonprofit e di tutto il lavoro che queste svolgono, oltre che al prezioso contributo che donatori, di denaro e di tempo e dei professionisti, forniscono ogni giorno.

Milano, 20 luglio 2012 

Il presidente

Luciano Zanin

One Comment

  1. Elena Zanella (@elenazanella) Reply

    Eticità e correttezza non sono un contorno ma sono valori alla base del nostro lavoro. Come in altre professioni, c’è da sperare, ma nel Terzo Settore sono conditio sine qua non. Minare questi princìpi significa ledere il senso di fiducia che molte persone vi ripongono. Sono beni preziosi.
    Avete letto la lettera aperta di Assi alla Redazione di Uno Mattina?
    Pacatezza e risolutezza. Senso di istituzionalità. E’ questo lo spirito che il Consiglio ha deciso di adottare, pur consapevole che i toni utilizzati dal destinatario sono ben diversi. Ma la nostra personalità e la nostra professionalità non devono venire meno.
    Il resto lo fa la Rete.
    Auspichiamo in un riscontro.

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