L’agenda nell’urna

Il mio contributo alla richiesta di Valerio Melandri (qui) di spunti per l’elaborazione di qualche suggerimento alla politica che si prepara alle elezioni circa la promozione  e lo sviluppo del Fundraising.

Caro Valerio, cerco di dare un piccolo contributo alla tua ottima idea di confezionare qualche utile elemento legato al fundraising e al nonprofit per arricchire l’agenda (o le agende) di chi sarà chiamato a governare l’Italia per la prossima legislatura. Non è tuttavia semplice sintetizzare in pochi punti le tante opportunità che potrebbero facilitare lo sviluppo di una vera e propria cultura della partecipazione e della condivisione. Cercherò solo di richiamare qualche idea fondante che dovrebbe essere alla base di una vera e propria piattaforma da elaborare.

Come più volte richiamato in precedenza, sia su questo blog che in altri di autorevoli colleghi, le tante battaglie di questi ultimi anni (tariffe postali, tagli e/o stabilizzazione 5xmille, possibile tagli deduzioni e detrazioni delle donazioni, ecc.) già costituiscono una serie di “spie” di una totale mancanza di attenzione verso un mondo della filantropia che è assolutamente necessario reinventare e consolidare in Italia, raccogliendo anche i diversi slanci (soprattutto USA) che suggeriscono di orientarsi a tale sforzo.

Anche se si è giunti a una mediazione sulle tariffe postali, anche se il 5xmille mantiene un suo modesto ruolo e anche se la +dai-versi è stata tutto sommato garantita, non si possono assumere queste come vittorie del settore, ma è necessario dare le opportune garanzie alle istituzioni nonprofit che sono attive nei settori che tu stesso ricordi: quindi sgravi fiscali, per individui e aziende che operano a favore delle nostre attività, con denaro o altro (risorse umane, beni, ecc….) e consentire  e promuovere la massima trasparenza e l’evidenza dei nomi di persone e/o aziende che si rendono protagonisti di queste azioni filantropiche

Non so se rispolverare l’Agenzia del Terzo settore sia una buona idea; tuttavia mi pare necessaria la istituzione di un organismo che abbia una duplice funzione: garantisca la correttezza e trasparenza delle istituzioni che raccoglie e le rappresenti sui tavoli istituzionali. Questa stessa istituzione dovrebbe farsi carico di raccogliere i dati (economici e non) del settore, con tutte le sue molteplicità e sfaccettature, in modo da essere in grado di restituire tempestivamente – allo Stato o al settore stesso – i valori necessari a determinare delle politiche coerenti con i volumi che le nostre attività producono in termini di impatto sociale ed economico (cosa che il terzo settore stesso non è stato e non è oggi in grado di fare).

Non nascondo che, utilizzando come sopra figure retoriche come quella della battaglia e della vittoria in parte si definisce in maniera errata quello che dovrebbe essere il vero obiettivo; quello cioè di essere uniti, di non dividersi – una volta tanto – nel delineare le nostre strategie.

Quello che il nostro settore ha bisogno, ancor prima di redigere la propria agenda, è di coinvolgere tutte le parti insieme, governo, il nonprofit, le aziende, i filantropi sostenitori, e costringerci a definire  come organizzare un crescente volume di risorse per rispondere ai problemi di oggi.

Il “mondo” della filantropia genera una quantità straordinaria di donazioni e di ore/uomo  (volontariato), centinaia di miliardi di Euro nel mondo e decine di milioni nella sola Italia.

Ma tutti quei soldi e il tempo dedicato alle nostre attività non hanno senso se non sono coordinati , rafforzati e consolidati dagli investimenti da parte del governo, imprese e altri soggetti, allo stesso tempo. Questa è la vera dinamica da instaurare da parte soprattutto di una politica attenta a queste istanze: come aumentare massicciamente e mobilitare tutte le nostre risorse, ciò che il settore filantropico può fare, ciò che le imprese possono fare, ecc, e cosa ancora più importante, come possiamo farlo tutti insieme.

Le elezioni politiche, pur nel pessimismo della maggioranza degli elettori, è il momento topico per gettare sul tavolo le reali esigenze del paese, soprattutto in una contingenza in cui sembra superata la fase più critica e sembra prendere forma il momento costruttivo se non creativo.

Ci vogliamo mettere qualcosa di nostro? Proviamo a considerare anche il fatto che, se l’Italia vorrà riconquistarsi una sua dignità istituzionale e politica, credo dovrà fare anche i conti con una concreta introduzione delle dinamiche di raccolta fondi per i partiti politici, le organizzazioni e i movimenti.

Sinceramente sul come dirlo ho qualche difficoltà in più. Confidando in una sensibile intelligenza dell’interlocutore potrebbe essere sufficiente predisporre una solida piattaforma che parta da numeri e valori (morali) che il settore produce e promuove, per declinare poi una serie di elementi necessari al suo sviluppo e consolidamento (anche culturale).

Mi vien da dire che la cosa migliore sarebbe condividere una vera e propria campagna media di promozione della piattaforma stessa con il duplice obiettivo di rispolverare un po’ anche il nostro settore agli occhi dei cittadini e riconquistare la dignità che parecchie indegne iniziative mediatiche recenti hanno contribuito (non poco) ad offuscare e, in secondo luogo, a creare le condizioni per potersi poi confrontare sulle tematiche vere e proprie a elezioni concluse e alla vera resa dei conti del governo del paese.

 

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