Contro la profezia dei Maya

Si avvicina l’anno nuovo. E sono queste le giornate in cui, mettendo testa sulle ultime strategie di fine anno e sui possibili tentativi di raccogliere risorse con qualche iniziativa dell’ultima ora, si tenta di confezionare qualche piccola strategia legata al periodo molto particolare. Così come per tutte le strategie di carattere ripetitivo, è estremamente facile scivolare in cattive prassi e – inconsapevolmente – vedere erosi i propri profitti da una attività con grandi potenzialità.

Per attuare una specie di rapida autovalutazione, vi propongo cinque worst practices che potrebbero rendere i vostri appelli meno efficaci e non vedere realizzate le probabilità di donazione di parecchie persone. Sono certo che, considerarne anche uno soltanto e apportare alcune intelligenti modifiche di strategia, si potrà godere di una vera e propria stagione di festa, non solo per noi ma anche per le donazioni che andiamo cercando.

  1. A tutti lo stesso messaggio ?!?

Siete sicuri di voler inviare lo stesso tipo di messaggio sia a coloro che hanno già donato durante l’anno sia a coloro che non lo hanno fatto? Non riconoscere la donazione ad un sostenitore e come tendere la mano ad un amico dicendo “piacere di conoscerti”. Con le tecnologie a disposizione e con i Database di cui comunemente ci si è dotati (fosse anche il foglio di excel), ormai ognuno dovrebbe essere in grado di personalizzare al massimo i propri appelli. Su questo sito qualche utile consiglio su come segmentare al meglio il DB per la migliore strategia di richiesta (online e offline).

  1. Meno emozioni e più dati.

Personalmente ho grande fiducia negli appelli che partono da storie ricche di emozioni per coinvolgere i propri (futuri) sostenitori. Ma l’accumularsi di messaggi di questo tipo nel periodo di fine anno, senza alcun riferimento alla concretezza dell’impatto della propria attività, creano quantomeno sospetto. Sono certo sia realisticamente più incisivo raccontare in maniera rapida e diretta (magari con un’infografica leggera) cosa si è riusciti a fare nel corso dell’anno e quale sia magari il pezzetto che manca.

  1. Parole, parole, parole.

Partendo dal citato esempio dell’infografica, mi pare opportuno ricordare come, nella nostra epoca della comunicazione, le persone hanno una capacità decrescente di assimilare lunghi brani di testo. Durante questo periodo – come noto – la posta elettronica e cartacea su questi argomenti si intensifica e – di conseguenza – la capacità di cui sopra …. precipita. Proprio il Nonprofit, che ha notoriamente capacità e dinamiche comunicative molto migliori, farebbe bene a cercare altri strumenti di comunicazione da incorporare negli appelli di fine anno (video, immagini, animazioni, ecc…). Qualche buon esempio è online su questo sito.

  1. Un occhio ai dettagli.

E’ utile ricordare che si devono concentrare in questi appelli di fine anno tutte le attenzioni che – notoriamente – possono rendere più efficienti ed efficaci gli invii: mi riferisco in particolare alla programmazione oraria degli invii di email; alla disposizione ad hoc delle immagini e dei relativi collegamenti ipertestuali nelle stesse email e nelle newsletter di fine anno; oppure – laddove l’invio sia cartaceo – la possibilità di inserire un messaggio scritto a mano (o utilizzare una modalità di stampa per ricrearlo); alcuni studi hanno dimostrato che attraverso questa modalità si possono raggiungere incrementi del 300% nella possibilità di donazione.

  1. Thank you power!

Una cattiva abitudine è quella di dimenticare di inviare un tempestivo ringraziamento ai nostri sostenitori. Test sul campo (qui qualche approfondimento) hanno ampiamente dimostrato che il ringraziamento scatena la quasi immediata volontà di donare e per importi notevolmente superiori ad altri sostenitori non ringraziati seppur sollecitati.

Attenzione però a non inviare thank-you pacages eccessivamente ricchi per non ledere il senso di altruismo con cui il sostenitore, con slancio, ha sostenuto le nostre attività (cfr questo articolo di Forbes)

Sono consapevole che poco di nuovo ci sia negli elementi che mi sono permesso di accennare, ma così come per me è importante il confronto con i colleghi che richiamano spesso alla mia attenzione nuovi elementi di riflessione, così vi propongo i miei, pronto a confrontarmi con le diverse esperienze di ognuno.

E il mio piccolo dono; non ancora per Natale ma per Santa Lucia. Aspetto i vostri.

A presto.

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One Comment

  1. Riccardo Friede Reply

    Gran bel post Stefano! Che riporta coi piedi per terra, che incoraggia, che è specifico pur riprendendo concetti generali, che motiva, che é il tipo di “guida” applicabile a realtà di ogni dimensione.
    I Maya ci fanno un baffo!

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