UnoLatrina

Mi inserisco nel bailamme che ha scatenato il sordido servizio di Uno Mattina Estate dal titolo Profit a chi? Non credo serva sottoscrivere una volta di più le parole chi ha già sottolineato il livello di disinformazione e di pressappochismo di chi lo ha confezionato, il pessimo utilizzo di uno strumento come la TV (segnalo che nel Regno Unito la mattina è il momento in cui più o meno tutti i canali televisivi ospitano i messaggi promozionali per le organizzazioni Nonprofit e concedono abbondanti spazi per la divulgazione delle loro cause), l’intollerabile enorme equivoco con cui si continua a parlare di ONLUS e di Nonprofit con accezioni totalmente sbagliate e anche – non ultima – la volontà di essere anche noi i primi a puntare il dito contro le situazioni anomale se non truffaldine.

Al di là di tutto però la sensazione ultima che mi resta in animo è di continuare – a volte anche in sordina – a fare il nostro mestiere.

Chi cura o assiste, chi tutela l’arte, chi l’ambiente, chi progetta nei paesi in via di sviluppo o chi aggrega gli scacchisti ha il dovere di “fare cultura” con la sua attività in primis e con quello che gli consente di sopravvivere (il fundraising) in seconda battuta. Pur con la rabbia che mi sale nell’ascoltare e vedere certi servizi della TV pubblica, in fondo al mio animo avverto il forte desiderio di non volermi nemmeno più confrontare con coloro che la pensano in questo modo, che hanno un livello culturale di questo tipo.

L’estate di solito diventa per me momento di verifica, di quanto di nuovo ho fatto nel corso dell’anno, di quante persone ho incontrato (interessanti e no) e di conseguenza di quello che mi propongo per l’anno che si aprirà al rientro da un breve periodo di riposo.

Quest’anno in particolare ho incontrato decine di studenti che hanno deciso di avvicinarsi al mondo del Nonprofit e talvolta alla pratica del Fundraising; ho partecipato a lavori e dibattiti con altre decine di colleghi che – oltre alle loro (10?) ore di lavoro giornaliero hanno ancora voglia di ritrovarsi (magari la sera, magari al sabato) per discutere, proporre, programmare le attività dei prossimi mesi o le possibilità di risalire con una qualche strategia le difficoltà contingenti, professionali e non.

Questa è la cultura con cui voglio confrontarmi. Questa è la cultura che ho la certezza che sia vincente (magari in un periodo un po’ più lungo), questa è la cultura con la quale potremo presentarci a testa alta davanti ai nostri figli o fuori dal nostro modesto ambito nazionale.

So che Unomattina estate, purtroppo, significa anche servizio pubblico, ma tutto sommato lo lascio a chi, in una mattina di fine luglio, non ha di meglio da fare che guardare questa trasmissione e soprattuto i tristi personaggi che tentano di animarla.

One Comment

  1. Giuseppe Cacòpardo Reply

    http://beppecacopardo.wordpress.com/2012/07/22/pacata-risposta-di-assif-a-una-infelice-servizio-di-uno-mattina/

    “Premesso che la trasmissione contiene parecchie inesattezze e una buona dose di pressapochismo; che il taglio, piuttosto scandalistico, tende a mettere un po’ tutti sullo stesso piano e nello stesso calderone; premesso che delle 467.729 realtà che, secondo l’ultimo censimento Istat, compongono il cosiddetto Terzo Settore, non tutte sono Onlus (come invece si lascia intendere), e che in quanto tali hanno il sacrosanto diritto di beneficiare del 5×1000; premesso che gli interventi di Gabriele Eminente e di Valerio Melandri hanno contribuito a rimettere il settore nella sua giusta luce e dimensione; tutto ciò premesso, ai miei amici fundraiser dico che dobbiamo piantarla di nascondere la testa sotto la sabbia. Purtroppo bufale ce ne sono, ce ne sono molte e sono in aumento. Mi piace qui richiamare un “Lunedì di Assif” del 7 aprile 2008 in cui, oltre a denunciare il problema e le gravi ricadute che anche una sola “bufala” provoca all’intero settore, in quell’occasione sono state indicate alcune campagne assai poco serie ed eticamente scorrette, facendo nome e cognome di alcune associazioni. Anch’io preferirei trasmissioni più ampie ed equilibrate sul tema, che evidenzino tutta la positività di un sistema, quello dell’associazionismo e del volontariato, che sta di fatto prendendosi in carico il welfare, gravato da una crisi senza precedenti e dai tagli più o meno lineari inferti dagli ultimi governi. Mi piacerebbe denunciare che sono una iattura le gare al massimo ribasso, rilanciate con la recente spending review http://beppecacopardo.wordpress.com/2012/07/14/gare-al-massimo-ribasso/
    E ancora, mi piacerebbe denunciare che il 5×1000 di fatto non è più tale http://www.quinonprofit.it/?p=3279
    Mi piacerebbe dimostrare a Francesca Reggiani, che peraltro stimo, che la sostenibilità di associazioni serie, nonché di attività e progetti efficaci e di forte impatto sui beneficiari è assicurata dal fundraising, professionale ed etico, che è cosa ben diversa dalla beneficenza. Ciò detto, sono altresì convinto che si fa il bene di questo settore se, a cominciare da chi vi opera a tutti i livelli, diamo il nostro contributo a smascherare “bufale” e a diffondere la cultura del dono e della cittadinanza attiva. Il che significa anche mettere in condizione i donatori, potenziali ed effettivi, di verificare e controllare sempre la destinazione dei fondi raccolti dalle associazioni, obbligate alla rendicontazione e alla pubblicazione del bilancio, economico e sociale, prima di tutto sul proprio sito, visibile a tutti. Anche per questa ragione ho ritenuto e ritengo disastrosa la decisione del ministro Fornero di chiudere l’Agenzia per il Terzo Settore che, non senza qualche errore, aveva dato un forte impulso alla trasparenza e contribuito ad orientare meglio l’azione dell’Agenzia per le Entrate e l’intervento del suo braccio operativo, la Guardia di Finanza.”

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